C’è del vero: i numeri che esprimono la fatica fisica della donna di casa sono sorprendenti. Per accudire ad un nucleo familiare tipo (un marito e due figli), la casalinga in una settimana rifà ventuno letti, lava ottanta bicchieri, settanta cucchiaini e ancora lava, asciuga, stira e ripone tra camice, lenzuola, calzini, asciugamani ed altri capi di abbigliamento, circa cento pezzi. Ma non è tutto: ogni settimana percorre dieci chilometri a piedi, solleva e trasporta circa cinque quintali e infine lustra, lava e spolvera cento metri quadrati tra pavimenti, finestre e mobili. Tanto che, in una comune giornata di lavori domestici, della durata media di cinque ore e mezzo, la donna di casa brucia duemila e seicentocinquanta calorie. Molto più di una ora di ginnastica aerobica, di una partita di tennis, di una corsa di dieci chilometri. Risultato: la casalinga è esposta – come gli sportivi – ad un gran numero di dolori ed infiammazioni alle articolazioni, ai muscoli e ai tendini. Non solo: lo sportivo, consapevole dei rischi che l’attività fisica comporta, adotta le precauzioni e le contromisure del caso: riscaldamento, allungamento muscolare, sospensione dell’attività ai primi sintomi dolorosi e controlli medici specialistici. La donna di casa invece no. Per mancanza di informazione medica o perché insostituibile nei lavori domestici, spesso trascura i dolori e rimanda il riposo e le cure necessarie. Di qui l’elevata incidenza di problemi cronici e degenerativi che la colpiscono alla colonna vertebrale e alle maggiori articolazioni.
I benefici della casalinga
La donna in media vive più degli uomini. Merito degli ormoni femminili che proteggono cuore ed arterie dall’invecchiamento. Un vantaggio che si esaurisce con la menopausa. A partire da questo momento la mortalità delle donne tende ad aumentare fino a sfiorare negli ultraottantenni quella maschile. Ovvio, con la fine della vita fertile il livello degli ormoni femminili si riduce drasticamente.
Conoscenze date per scontate per anni e mai verificate fino in fondo. Anche dopo la menopausa – secondo i ricercatori – la donna ha una mortalità più bassa di quella degli uomini. Il fatto è che fino ad oggi tutti gli studi statistici compiuti hanno considerato la mortalità assoluta e non quella relativa. In altre parole tra gli anziani le donne sembrano morire di più solo perchè più numerose, ma ognuna di loro conserva comunque la possibilità di vivere più a lungo dei coetanei maschi. La spiegazione di questo vantaggio femminile resta però ancora oscura.
Una fatto tuttavia è sicuro e deve fare riflettere: l’uomo in pensione quando è sedentario lo è in modo assoluto. La donna di casa, invece, anche se non fa sport, brucia sempre, grazie al lavoro casalingo, una certa quantità calorie. Spesa energetica molto superiore alla soglia di cinquecento calorie settimanali, indicate dalla Surgeon General – la massima autorità sanitaria degli USA – come lasciapassare per la salute di cuore ed arterie. Ma c’è di più: il livello di efficienza cardiovascolare misurato in laboratorio con i test da sforzo, è risultato in media più elevato nelle casalinghe che nei loro coetanei maschi sedentari.
Casalinghe anziane
La casalinga non è sempre come ce la presentano le pubblicità di prodotti per la casa: giovane, efficiente e dinamica. Molte, tra gli otto milioni di casalinghe italiane, sono anziane, malate di artrosi o artrite reumatoide alle mani od altre affezioni che ne limitano l’efficienza. Per queste anche aprire un barattolo di pelati o serrare un rubinetto può essere un compito difficile. A facilitare queste operazioni ci hanno pensato le industrie del settore. Oltre ai comuni apparecchi per la riabilitazione hanno approntato una apposita linea di utensili ideata per chi ha le mani indebolite dall’età e da problemi alle articolazioni. Si tratta di utensili ergonomici, che grazie all’impiego di leve e impugnature particolari permettono di aprire e chiudere senza sforzo barattoli, rubinetti, manopole, serrature e ancora stappare bottiglie, affettare il pane e di afferrare oggetti lontani senza alzarsi.
Possibili esercizi
Attenzione alla postura e agli “attrezzi”, fare attenzione agli strumenti da utilizzare. Manico di scopa, spazzolone e aspirapolvere devono essere lunghi abbastanza da non lavorare con la schiena curva. Piccole superfici e i sanitari si lavano meglio stando in ginocchio.
- Stirare: regolare l’altezza dell’asse, la posizione corretta è in piedi a schiena dritta. Non contrarre i muscoli del braccio, delle spalle e del collo. Non premere con forza, i movimenti devono essere armonici. Esercizi: appoggiare il peso del corpo su entrambi i piedi con le gambe un po’ divaricate. Quindi, al primo passaggio di ferro, ancheggia verso destra. Contare fino a cinque e, mentre il ferro scorre dall’altra parte, ancheggiare verso sinistra. Continuare così finché non si è stirato almeno una camicia (o un altro capo impegnativo). L’interno delle cosce verrà tonificato.
- Spolverare: non fare gesta inconsulte per raggiungere i ripiani alti: la schiena si tende in modo innaturale. Aiutarsi con un piumino stendendo il braccio, tenendo fermo il busto.
- Lavare i vetri: davanti alla finestra, tenere il gomito del braccio che lavora vicino al corpo, quindi disegnare dei piccoli cerchi continui muovendo solo l’avambraccio: dieci per parte. Mentre si muove il panno, premere un po’ contro il vetro, per aumentare il lavoro dei pettorali. Continuare fin quando si sente il braccio stanco. A questo punto cambiare mano e ripeti l’esercizio. Perfetto per tonificare i muscoli del seno.
- Lavare i pavimenti: è un’operazione che costa calorie, in mezz’ora di lavoro ne puoi smaltire cento. In più, il movimento continuo tonifica le cosce e la parte posteriore delle braccia. Alternare la posizione: fare dieci esercizi per parte o cambiare mano ogni cinque minuti.
- Lavare i piatti (con canovaccio): distendi le braccia davanti a te e incrociale con i palmi verso il basso e poi verso l’alto. Tieni in mano i due estremi della stoffa e tira forte verso l’esterno. Rilassati e ripeti una volta per ogni piatto che asciughi. (per pettorali e bicipiti). Continua alzando un braccio e piegando l’altro dietro la schiena, all’altezza dei fianchi. Stringi sempre gli estremi del canovaccio e cerca di avvicinare le mani il più possibile. Ritorna alla posizione di partenza e ripeti altre cinque volte, poi alterna la posizione delle braccia e ricomincia da capo. L’esercizio serve ad aprire le spalle e a stare più dritti. Per finire, solleva i gomiti fino all’altezza delle spalle e stringi lo strofinaccio tenendo le mani distanti una ventina di centimetri. Spingi i gomiti come se volessi unirli dietro la schiena, quindi rilassati. Ripeti lentamente per una decina di volte: così rinforzi la schiena.
- Spazzare: impugnare la scopa normalmente, con entrambe le mani. Quindi, mentre la fai scorrere di lato, sposta un piede nella stessa direzione e, insieme, piegati sulle ginocchia. Conta fino a cinque e sposta l’altro piede vicino al primo mentre ti risollevi. Ripetuto dieci volte. Se si vuole assottigliare il girovita, basta usare il manico della scopa come se fosse un attrezzo ginnico. Svitare la spazzola e appoggiare il bastone alla base del collo, poco sotto la nuca, stringendolo ai lati (non c’è bisogno di arrivare agli estremi). Con il bacino fermo e lo sguardo in avanti, le gambe un po’ aperte e leggermente flesse, ruotare il busto verso destra e verso sinistra per trenta volte. Ripetere ogni movimento con calma, inspirando ed espirando ritmicamente.
Le articolazioni più colpite
Gomito
Il gomito del tennista dovrebbe essere ribattezzato “gomito della casalinga”, tanto è comune riscontrarlo nella donna di casa. E’ una infiammazione che colpisce i tendini estensori del braccio. Riconoscerlo semplice: il dolore si localizza sulla sporgenza ossea laterale del gomito e si accentua in occasione di molti lavori domestici (trasportare la spesa, strofinare forte, stringere la caffettiera). Può diventare doloroso perfino girare la chiave nella serratura o dare la mano.
Spalla
La “periartrite”, ora ribattezzata “sindrome da conflitto”, colpisce tanto i giocatori di pallavolo e pallacanestro ed altri sportivi quanto le casalinghe. Il disturbo doloroso interessa la spalla e si prolunga anteriormente e lateralmente lungo il braccio. Lavare i vetri, sbattere i tappeti e compiere lavori che mantengono le braccia sollevate sopra la testa, come riordinare una dispensa o una libreria posta in alto, possono scatenare i sintomi.
Ginocchio
Il “ginocchio della lavandaia”, detto per l’abitudine che avevano le donne di lavare la biancheria in ginocchio al lavatoio, oggi è appannaggio delle casalinghe che in questa posizione lustrano i pavimenti. La prolungata pressione sulle ginocchia infiamma uno cuscinetto adiposo che si trova tra la rotula e la pelle, tanto che si forma sull’articolazione una tumefazione dolente e rossa.
Piede
Pantofole e zoccoli in casa, comodi per il piede solo in apparenza e scarpe da passeggio pensate più per soddisfare la moda che il piede, rendono le estremità delle donne più martoriate di quelle di un maratoneta. Alluce valgo, dita a martello, metatarsalgie, e perfino fratture da stress tra i problemi dolorosi più frequenti. Disturbi trascurati a lungo, che alla visita specialistica, le soluzioni possono essere solo chirurgiche.
Mano
L’estremità superiore avvita e stringe barattoli, lava piatti, lucida soprammobili, resta immersa per ore in acqua tutti i giorni. Per anni. Tanto che dopo i cinquanta anni spesso cede all’usura. Le piccole articolazioni della mano vanno incontro all’artrosi. Quando ad essere interessata è l’articolazione della base del pollice (trapezio-metacarpica) sono guai seri: a venire compromessa è la opposizione con le altre dita e quindi la presa. Di qui i limiti a compiere la maggior parte dei lavori domestici.
Colonna
Non c’è di peggio per la colonna vertebrale che rimanere immobile per ore nella stazione eretta, compiere gli stessi movimenti ed essere sottoposta a saltuari e improvvisi sforzi senza il riscaldamento muscolare. E’ quanto accade alla schiena della casalinga: ferma in piedi per ore a stirare, o seduta a cucire, si curva ad un tratto per rifare i letti, spostare i divani per spolverare. Le conseguenze sono ben note: lombalgia, precoce invecchiamento dei dischi intervertebrali, artrosi e dolori in genere alla schiena. Come una vera ginnasta. In tutti questi guai il troppo lavoro domestico, però, c’entra poco. Gli sportivi e molte categorie di lavoratori sono sottoposti a ben altri sforzi e sembrano risentirne meno.
C’è una spiegazione: il programma dei lavori casalinghi è scadenzato in base agli orari dei pasti, dell’uffficio del marito, della scuola dei bambini e infine a quelli del mercato. Apprezzabile organizzazione domestica che raramente coincide con le esigenze del fisico. Muscoli, tendini ed articolazioni vogliono incrementi di lavoro progressivo, un lento riscaldamento e cautela nei lavori pesanti. Non solo: posizioni mantenute a lungo e movimenti ripetitivi dovrebbero tenere conto di una corretta postura e concludersi con esercizi di allungamento muscolare. Cautele in genere ignorate dalle donne di casa. Di qui i dolori e le infiammazioni. La giornata tipo dovrebbe incominciare con attività aerobiche e leggere, come accompagnare a piedi i figli a scuola (distanze permettendo), proseguire con sforzi più sostenuti come fare la spesa e trasportarla, quindi spazzare e rifare i letti od altre attività più pesanti. Vietato rifare i letti appena alzati, occasione per scatenare “il colpo della strega” o sbattere i tappeti con i muscoli ancora freddi, per favorire dolori alla spalla e al gomito. Un panchetto, di circa venti centimetri di altezza, potrebbe invece migliorare la posizione della schiena stirando. Riposare su questo, una gamba per volta, riduce l’incidenza di problemi alla colonna. Per rifare i letti o sollevare un peso da terra, piegare le gambe e non curvare la schiena. Fondamentali le scarpe per scongiurare i problemi alle estremità delle casalinghe. Considerate le ore che trascorrono ferme in piedi a stirare o a cucinare e i chilometri che percorrono ogni settimana in casa, le loro scarpe dovrebbero essere anatomiche e comode come quelle per gli sportivi. Di norma accade il contrario: la casalinga predilige pattine, pantofole e zoccoli. A fine lavoro, lenti esercizi di stretching per restituire flessibilità ai muscoli e benessere alle articolazioni, non dovrebbero mancare. La schiena esausta viene invece riposata in poltrona. Giudizio negativo: misurazioni manometriche dimostrano che questa comoda posizione produce sui dischi intervertebrali pressioni sfavorevoli. Meglio un bagno caldo per allentare le tensioni muscolari.