I principi del metodo Bates – Terzo principio: la centralizzazione

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Principi del metodo Bates - La centralizzazione

Il terzo principio del Metodo Bates è la centralizzazione. La centralizzazione si basa su una caratteristica fisiologica del nostro occhio: possiamo vedere con il massimo della nitidezza solo nel centro della retina, in una zona chiamata fovea, un’area circolare del diametro di 1,5 mm. All’interno della fovea si trova la maggior concentrazione di coni, i fotorecettori deputati a recepire le frequenze dei colori, è questo il punto dove il contrasto è maggiore. In “Vista perfetta senza occhiali”, Bates scrive:

“L’occhio dotato di vista normale vede bene solo una piccola parte di quello che guarda, e vede peggio tutte le altre parti in proporzione alla distanza dal punto di massima acutezza visiva, e un sintomo invariabile in tutte le condizioni anormali dell’occhio, sia funzionali che organiche, è proprio la perdita di questa capacità chiamata fissazione centrale. (…) Poiché la fissazione centrale è impossibile senza controllo mentale, fissazione centrale dell’occhio significa fissazione centrale della mente.”

Il concetto di “fissazione centrale” presente nel lavoro del dottor Bates è stato rinominato successivamente “centralizzazione”, in modo da evitare il termine “fissazione” che potrebbe rivelarsi fuorviante, richiamando alla mente l’atteggiamento deleterio del fissare.

Proviamo a fare una piccola esperienza per individuare la visione centrale: senza occhiali e lenti a contatto, solleviamo davanti a noi i due indici a una distanza in cui possiamo metterli a fuoco e guardiamo una delle due unghie. Quale vediamo meglio? Cominciamo ad avvicinare le due unghie lentamente mantenendo lo sguardo su quella che abbiamo scelto. Quale vediamo meglio? Le avviciniamo ora fino a farle toccare. Percepiamo che riusciamo a vedere meglio ancora quella su cui abbiamo mantenuto lo sguardo? Se non riusciamo e con lo sguardo sempre sull’unghia prescelta l’altra ci sembra ugualmente definita, proviamo a delineare l’unghia iniziale: immaginiamo di avere un pennello che parte dal nostro naso e raggiunge l’unghia e iniziamo a ridisegnarne il contorno, battendo spesso le palpebre, respirando, muovendo la testa. Pian piano l’immagine diventerà più nitida, più tridimensionale.

Delineare ci aiuta a centralizzare, è un buon modo per vedere più nitido qualcosa, sia da vicino che da lontano: invece di sforzarci di veder bene, strizzando gli occhi, aggottando le sopracciglia, fissando, atteggiamenti che portano a vedere ancor peggio, proviamo invece quando vogliamo rendere chiaro qualcosa a ridisegnarlo. Probabilmente delineando un’unghia avremo percepito l’altra come meno definita, e avremo potuto così notare che è possibile vedere al massimo della nitidezza solo una piccola parte del campo visivo e come sia importante muovere gli occhi per spostare questa zona di nitidezza lungo ciò che stiamo guardando, in modo tale da vederlo con chiarezza. Chi ha difetti visivi tende invece ad attuare una strategia non funzionale: anziché centralizzare, cercherà di vedere ugualmente nitida ogni parte del campo visivo nello stesso momento e senza muovere gli occhi, volendo vedere nitida anche quella parte del campo visivo che cade sulla retina periferica, dove si trovano soprattutto i bastoncelli, fotorecettori dei grigi, e che è meno definita per natura. Questo atteggiamento nel Metodo Bates è chiamato diffusione. La diffusione è l’opposto della centralizzazione. Quando diffondiamo ci inibiamo nell’esplorare l’ambiente, desideriamo controllarlo rimanendo fermi e per vedere tutto bene contemporaneamente arriviamo a vedere tutto sfocato!

Nel suo libro “La vista dei bambini”, Janet Goodrich scrive:

“La visione centrale nitida, per la sua stessa esistenza necessita di uno sfondo che appaia relativamente offuscato, è un paradosso: se una persona con difetti refrattivi combatte gli offuscamenti e si sforza di vedere tutto nitido, causerà uno sfocamento ancora maggiore. La limpidezza ha bisogno dell’offuscamento così come i diversi primi piani di un dipinto hanno bisogno di sfondi meno nitidi, così come il giorno ha bisogno della notte.”

È importante imparare a differenziare la visione centrale da quella periferica senza escluderne una, è proprio la consapevolezza dell’una e dell’altra che ci permette di mantenere uno sguardo equilibrato e chiaro sull’ambiente, senza chiudersi nella visione del dettaglio e senza disperdersi nello sfondo nel desiderio di inglobarlo. Per poter centralizzare e rendere nitido quel che vogliamo vedere, porzioni piccole del campo visivo e sempre nuove momento per momento, è necessario quindi muovere gli occhi, andare oltre il rifiuto del movimento e imparare a reagire alla tensione di non veder bene qualcosa riportando un maggior movimento, battendo le palpebre, delineando e respirando! Centralizzare in modo preciso significa anche educarci a dirigere in modo finissimo la nostra attenzione proprio lì dove vogliamo guardare, a essere presenti e a toccare veramente gli oggetti del nostro interesse, in un modo fluido e che si rinnova continuamente.


Vanina Ambrosini – Educatrice visiva del Metodo Bates riconosciuta dall’A.I.E.V.

Propongo il Metodo Bates in lezioni individuali, seminari, conferenze e corsi settimanali. Potete contattarmi al 3386369759 oppure all’indirizzo email vanina.ambrosini@libero.it. Gestisco la pagina Facebook Metodo Bates Firenze. Ricevo a Firenze presso l’associazione “L’albero di Neem” in via della Torricella 8.